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Lavorare all'estero: Lille, Francia



Una parte del mio cuore è rimasto in Francia. Ogni volta che sento qualcuno parlare in francese lo seguo con lo sguardo e l'orecchio. Il francese è la lingua del cuore.

L’altra sera, ospite di un evento, mi è stato chiesto “ Ma se è tanto difficile vivere all’estero, perché non torni nel tuo paese?” Ho sorvolato sull’insulto insito nell’osservazione, non capita spesso fortunatamente ma capita, e mi sono concentrata sul punto più importante: non vai a vivere all’estero perché è facile, ma vai perché hai una curiosità verso il mondo che ti divora e ti spinge sempre un po’ più in là. Diventi una spugna che cerca di assorbire, lingue, relazioni, cultura, rituali e così via.


All’università ebbi una cotta per ragazzo. Nessun lieto fine. Si mise con una mia amica. Anche lui aveva partecipato al programma erasmus un anno prima e me ne aveva detto meraviglie. Volevo partire. Ma avevo anche tanta paura. 6 mesi da sola, con la sola borsa di studio dell’università, con il mio francese accademico. Come avrei fatto?

Una sera, dopo quasi un mese dall’inizio di quell’avventura, chiamai quel ragazzo, passammo un’ora al telefono. Mi sentivo sola, non capivo quello che mi dicevano, non avevo ancora fatto amicizia. Lui mi ascoltò e tranquillizzò, era tutto normale. Ci siamo passati tutti, disse. Resisti e vedrai che ne sarà valsa la pena. Gli  inglesi dicono I have been there. Ci sono stato anche io lì. Nel luogo delle incertezze. Certo era solo un periodo limitato, sapevo che sarei tornata ma quel senso di spaesamento è una cosa che scava dentro e quando poi passa e riesci a ristabilire una quotidianità, la tua rete di sicurezza e riesci a goderti tutto quello che hai costruito e ti senti, in qualche modo, a casa poi hai una consapevolezza che non dimentichi più: ce l hai fatta! Ovunque andrai sarai in grado di rifarlo, perché è su di te che puoi contare.


E mi sono ricordata di quella telefonata mentre intervistavo l’ospite speciale della puntata del podcast coachforexpat Damiana Leo | LinkedIn, la sua capacità di reinventarsi una, due tante volte, è stata possibile grazie alla capacità di adattarsi, alla resilienza, costruita ad ogni cambio di indirizzo.


Damiana Leo, former Project Manager @ University of Lille 1 PHd in Neuroscienze , adesso Junior Professor Chair in Alcohol Addiction from neurobiology to new therapies, ci racconta una storia di espatrio ricca di cambiamenti e di sviluppo personale e professionale. Ci racconta della Francia e delle politiche francesi per la famiglia che sostengono e supportano, con i loro pro e contro e un ambiente di lavoro flessibile e meritocratico.

Ringrazio ancora Damiana per le risate, le generose riflessioni su di sé e la propria evoluzione personale.

Buon ascolto!

 
 
 

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